Caro Sergio
Bersani, che ha immolato la sua carriera “governativa” sull’altare dello streaming, non ha mica chiesto un incontro a Silvio, non ha elaborato 8 punti di un possibile programma futuro da offrire al Pdl e si è ritirato, con grandissima dignità, per non trattare con i forzisti e tu mi vieni a fare questi distinguo che altro non sono che ardite arrampicate sugli specchi?
Se il M5s avesse avuto davvero a cuore gli interessi dei suoi elettori (per non dire dei cittadini in genere) avrebbe potuto tranquillamente chiedere di entrare nel governo e/o avrebbe potuto mettere sul piatto della discussione una ferrea legge anticorruzione e/o offrire un appoggio esterno limitato ai temi cari al M5s ma facendo nascere il governo Bersani (senza i cinquestelle avrebbero dovuto fidelizzare mago Merlino) non affogandolo prima della nasciata ma affossandolo successivamente in caso di amnesie del Pd.
Dopodiché, caro Sergio, sarebbero stati c…. amarissimi per il Pd.
Possibile ti sfugga questa ovvietà?
Il comportamento di Grillo, invece, ha “aiutato” alla grande le forze più conservatrici del Pd e il Pdl nella sua interezza. Oggi avremmo potuto festeggiare, magari, l’introduzione del reddito di cittadinanza ed avremmo potuto respirare un’aria più salubre. Invece, cosa mette sul piatto della bilancia il M5s?
Un pugno di mosche.
O credi che i suoi quasi nove milioni di elettori siano soddisfatti di godere di un’opposizione rigidissima e scalmanata sulle sciocchezze (lo facevano i radicali – ma su cose più serie – con un consenso da prefisso telefonico, figuriamoci avessero avuto un quarto dei consensi) e applaudire un movimento che ha “dimenticato” le cose fondamentali? Visti i successivi risultati elettorali sembrerebbe di no.
Vuoi mettere, però, la soddisfazione di dire in faccia a Bersani: “non siamo su Ballarò?” Una frase che vale tutta la legislatura. Che libidine!